Ricevo da Luigi di Vicenza la seguente storiella.
Violo la regola che in questo blog, non desidero fare denunce, ma proporre
soluzioni, ma la descrizione, è troppo simpatica quanto esaustiva sulla nostra
attuale situazione economica e finanziaria e poi si conclude con una domanda
importante.
Un
uomo in giacca e cravatta, è apparso un giorno in un villaggio. In piedi su una
cassetta di frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a 100,00€ in
contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto.
I
contadini erano effettivamente un po’ sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli
che accettarono, tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una
pasqua.
L’uomo
venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150,00€ per asino e di nuovo
tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì
300,00€ a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio.
Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a
500,00€ la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.
Il
giorno dopo, affidò al suo socio gli asini che aveva appena acquistato e lo
inviò nello stesso villaggio con l’ordine di vendere le bestie a 400,00€ l’una.
Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100,00€, la settimana
successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte
il prezzo al quale li avevano venduti e per far ciò, si indebitarono con la banca.
Com’era
prevedibile, i due uomini d’affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale
con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti rimasero con asini senza valore e
debiti fin sopra i capelli.
Gli
sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il
costo dell’asino era crollato.
Gli
animali furono sequestrati dal banchiere ed affittati ai loro precedenti
proprietari. Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando
che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto
esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune.
Per
evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del
villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che
era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore). Eppure quest’ultimo, dopo
aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del
villaggio né quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei
debiti. Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso
alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l’aiuto dei villaggi vicini,
ma questi risposero che non avrebbero
potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.
Su
consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese:
meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità …
Venne innalzata l’età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici,
abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate.
Dicevano
che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di
asini. Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il
banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un’isola delle
Bermuda, acquistata con il sudore della fronte. Noi li chiamiamo Mercato. Molto
generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco
uscente.
Questa
storia, non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del
villaggio.
E voi cosa fareste al loro posto?
Cosa
faremo?